Body shaming, dall’inglese corpo e vergogna/svergognare, è il termine che è entrato nel linguaggio comune per indicare tutti quei comportamenti di aggressione verbale relativi alla derisione dell’aspetto fisico di una persona. In altre parole, è una forma di bullismo specifica, volta a far vergognare la persona per il proprio corpo.
Oggetto più comune del body shaming è il grasso corporeo (fat shaming), ma non sono rari eventi in cui a essere derisa sia l’eccessiva magrezza di una persona, le orecchie a sventola, le lentiggini, i capelli rossi, il portare gli occhiali o l’apparecchio ortodontico, o qualsiasi altra caratteristica evidente all’occhio esterno.
Alla base di questo comportamento c’è una eccessiva adesione a standard estetici, spesso irraggiungibili. Nonostante i maschi non siano esenti da questo tipo di derisione, sono le donne a essere le più colpite, probabilmente a causa di una visione maschilista e patriarcale che le rende maggiormente soggette all’oggettivazione sessuale e prevede che un uomo possa riscattarsi con più possibilità in modi alternativi alla mera bellezza estetica. Il body shaming è infatti strettamente connesso col sessismo, non solo quello praticato dagli uomini sulle donne, ma anche quello interiorizzato dalle donne stesse, che spesso non perdono occasione di denigrare altre donne per caratteristiche fisiche (o talvolta caratteriali) diverse da quelle accettate dal contesto di appartenenza.
Ad esempio, le donne appartenenti a contesti molto religiosi e puritani insultano quelle più emancipate, denigrandone l’abbigliamento o il trucco; e donne con scolarizzazione più alta e maggior libertà personale deridono quelle che non hanno gli strumenti per emanciparsi, in una continua lotta contro “il diverso”, senza fermarsi ad analizzare il contesto e le cause delle situazioni.
Come per tutti i comportamenti aggressivi, alla base c’è un coinvolgimento in prima persona nei confronti dell’argomento trattato. A volte è l’invidia stessa a scatenare il comportamento, pensiamo, ad esempio, a quando vengono prese di mira star del cinema o della tv: bellissime donne che, magari, si mostrano struccate o in tuta sui social network e vengo sommerse da una valanga di critiche.
Tali critiche provengono da donne che non fanno parte del mondo dello spettacolo; donne invidiose della fama, dell’interesse con cui le prime sono guardate dagli uomini, del successo, dei soldi; donne che hanno interiorizzato il pensiero che i difetti fisici siano imperdonabili e che in loro presenza sia impossibile dar valore a qualcuno. In sostanza, donne che non si sentono all’altezza, incapaci di vedere il proprio valore.
Ma le critiche sono mosse anche da uomini insicuri delle proprie capacità sociali (specialmente in ambito romantico/sessuale), frustrati perché non sono in coppia o non hanno una relazione appagante. Questi individui, in una sorta di messa in scena della favola “la volpe e l’uva” e convinti di non poter raggiungere qualcosa, la denigrano utilizzando meccanismi di difesa come la razionalizzazione e la negazione.
Spesso il bullo è stato a sua volta vittima, ha interiorizzato l’occhio critico e le voci negative che lo hanno colpito adesso fanno parte del suo flusso di pensieri.
© Copyright Dott.ssa Sara Maria Cusato