Il disagio mentale, secondo la prospettiva cognitiva, è attribuibile a schemi cognitivi disfunzionali,tra cui le convinzioni centrali e i pensieri automatici, e alle distorsioni cognitive, le quali riguardanopensieri negativi o irrazionali.
Quindi, il cervello elabora le informazioni tramite strategie di pensiero e pensieri automatici, che portano a confermare le credenze, ovvero ciò che pensiamo e ci aspettiamo da noi stessi e dagli altri, e la loro valutazione.
I pensieri sono spesso ricchi di errori logici e tali errori dominano il set cognitivo della persona, che li applica ciecamente a gran parte dei dati in entrata. Infatti le “distorsioni cognitive” sono i modi attraverso i quali la nostra mente ci convince di qualcosa al di là che sia vero o no, sono processi psicologici viziati che ci portano a interpretare in maniera disadattiva gli eventi che ci accadono ed per questo motivo che possiamo definirli “autoinganni della mente”, un prodotto del sistema di convinzioni individuale. Esse sono sempre al lavoro e agiscono sulla realtà oggettiva, mutandola e plasmandola in realtà soggettiva così che le differenze tra mondo oggettivo e soggettivo vengano meno.
Poiché il rapporto tra pensiero-comportamento-emozione è diretto e l’uno agisce sull’altro modificandolo, le distorsioni cognite sono responsabili di cambiamenti emozionali e di messa in atto di conseguenti comportamenti disfunzionali. Le emozioni che generalmente vengono elicitate dagli errori cognitivi sono la tristezza, l’ansia, la rabbia e la frustrazione, che possono portare ad un
abbassamento dell’autostima e del tono dell’umore, demotivazione, problemi di gestione dell’ansia e difficoltà nelle relazioni interpersonali e professionali.
Gli errori cognitivi non sono tipici di un disturbo psicologico ma sono invece diffusi e caratteristici nel funzionamento mentale normale.
L’aspetto disfunzionale è determinato dalla presenza di molte distorsioni cognitive, dalla frequenza della comparsa e il grado in cui tali procedure sostituiscono il ragionamento realistico e funzionale del soggetto, che potrebbero rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi psicologi ed è per questo che è importante prenderne consapevolezza e riconoscerne gli effetti.
Sicuramente, essendo pensieri automatici, non si riesce sempre facilmente a distaccarsi da essi, poiché si potrebbero creare degli schemi cognitivi, ovvero delle strutture che indirizzano il soggetto nell’attribuzione di significato degli eventi.
Una maggiore consapevolezza ed un distacco dalle distorsioni potrebbe essere un punto di partenza per intraprendere un lavoro attivo, tramite l’identificazione delle alternative razionali ai contenuti cognitivi disadattavi e quindi la sostituzione del pensiero disfunzionale con il pensiero funzionale. Infine se le distorsioni cognitive generano un disagio psicologico è importante chiedere sostegno a psicologi professionisti e psicoterapeuti, in modo da riuscire ad identificare gli schermi di pensiero, analizzarne le cause, rivalutare e ridefinire il problema, e sviluppare delle strategie adattive per affrontarle.

Psicologa Dott.ssa Marta Granato