Molte volte soffriamo di forti mal di testa difficili da riconoscere in quanto li confondiamo o con l’emicrania o con le cefalee. Ebbene l’emicrania è un disturbo che coinvolge una parte della testa e assume una caratteristica pulsante con sintomi quali nausea , vomito, fonofobia (disturbi nei confronti del rumore), fotofobia ( disturbi nei confronti della luce) o anche disturbi nei confronti degli odori (osmofobia).

Le cefalee sono invece diffuse in qualsiasi parte della testa, includendo il cuoio capelluto, il collo, il viso, l’intero cranio. Si suddividono in cefalee primarie e secondarie. Si possono annoverare tra le primarie ad es. l’emicrania, cefalee a grappolo e di tipo tensivo. Le cefalee secondarie sono derivate da disturbi ai denti, al naso, alle mascelle, agli occhi, al cranio, ma possono includere tutto il corpo.

In molti casi ci si rivolge al medico di famiglia o al neurologo per una terapia farmacologica. Quando tuttavia dopo gli accertamenti con riscontri negativi in merito a malattie tumorali o emorragie come un’ aneurisma, o una meningite che si presenta con cefalea intensa, febbre e rigidità del collo, occorre pensare a un’origine altra. Non tutti sono al corrente che le cefalee possono avere una genesi psicologica conseguente a un trauma e derivare anche da situazioni stressanti che nascono da un conflitto interno di tipo inconscio.

Quest’ultimo si riversa sul corpo producendo un disturbo di tipo psicosomatico quale appunto la cefalea. L’esordio di natura psicosomatico ci indica di stare vivendo un periodo caratterizzato da una forte intensità emotiva. Lavorare su questi nuclei emotivi e difensivi può aiutare a ridurre la frequenza delle cefalee.

Edito a cura della

Dott.ssa Emanuela Mastropietro

Psicologa/psicoterapeuta psicoanalitica