Oggi vorrei soffermarmi su un argomento poco discusso,la paura della morte, detta in gergo psicologico tanatofobia.
Il termine deriva dal greco “thanatos” (morte) “phobos” (fobia). Molte persone sono affette da questa paura che genera : ansia, angoscia, pensieri ossessivi di tipo intrusivo ma anche ipocondriaci (paura per la propria salute e di contrarre malattia), attacchi di panico. Che cosa è l’angoscia? Questa si presenta come una reazione di fronte a situazioni avvertite come pericolose.
Il segnale di angoscia è un segnale che scatta da parte dell’Io, per fronteggiare una situazione di pericolo in modo da non essere sopraffatto dalle eccitazioni (Freud). Il segnale di angoscia riproduce quindi una relazione d’angoscia che è vissuta da una situazione traumatica. A volte la tanatofobia viene preceduta o seguita da uno stato depressivo.
Ma mentre negli stati depressivi siamo attanagliati da pensieri negativi e pessimisti in cui ci sentiamo soli, temiamo di perdere gli affetti a noi cari, anche se in realtà ciò non è accaduto, nella tanatofobia invece abbiamo paura della morte, della fine della vita. A volte questa paura si ricollega con la paura dell’ignoto. Se da un lato grazie alla routine quotidiana fatta di lavoro, di scuola (per i più giovani), di attività sportive o ricreative, di famiglia, di socializzazione ecc.., riusciamo a non pensare alla finitezza della vita, incanalando le nostre energie, le persone affette da tanatofobia invece pensano alla paura della morte come paura dell’ignoto.
C’è chi a questa paura reagisce cercando risposte di tipo religioso, ma in alcuni casi queste risposte acuiscono la paura, basta pensare ai rituali funebri che vengono svolti quando una persona muore, tanto da far acuire per le persone affette da tanatofobia, la paura della morte. Esse infatti in alcuni casi sono tormentate da questi pensieri e immagini .
Un fattore da non sottovalutare per coloro che sono affetti da tanatofobia è la paura riguardante la propria autostima: lo spettro della morte fa pensare al fatto che nessuno si presenterà al funerale o che gli altri si dimentichino di noi. Spesso il substrato di questa fobia è caratterizzato da un lutto o da esperienze negative come per es. aver vissuto un evento in cui ci si è trovati in pericolo di morte. Ma perchè abbiamo questa paura, e come superare la tanatofobia? La paura della morte richiama l’altro lato estremo che è quello della vita: “noi nasciamo e viviamo e moriamo soli” come diceva Orson Welles in Elogio alla solitudine.
Pensandoci bene la vita impone l’atto di uscire dal grembo materno e staccarsi da questo stato di simbiosi in cui si è vissuti per nove mesi per immergersi in un mondo sconosciuto,ignoto, non sapendo fino a quando ci verrà data l’occasione di vivere. Ma durante la vita siamo esposti alla morte: viviamo circondati dai nostri affetti, pur dovendo cavarcela da soli in molti momenti critici, come per es quando dobbiamo prendere delle decisioni: gli altri possono dare consigli ma siamo noi a scegliere alla fine cosa fare o meno. Ecco che riemerge l’angoscia di solitudine ed entra in ballo la nostra autostima e paura di non farcela (lo spettro della morte è anche questo).
Oppure torna il pensiero di poter contrarre una malattia, o di un evento traumatico che richiama la morte e ciò si traduce in attacchi di panico, ansia. Per questo è importante in tali casi chiedere aiuto ad un esperto per superare l’angoscia e elaborare il concetto di morte. Siamo abituati a pensare alla nostra finitezza come qualcosa di oscuro e buio forse dobbiamo semplicemente accettarla e per fare questo occorre venire a patti con le nostre paure più profonde
a cura della dottoressa Mastropietro Emanuela