La ricerca dell’amore (del patner) in questo tempo sospeso di Covid si fa sempre più urgente e la domanda che mi viene rivolta più spesso è: “come posso conoscere, sperimentare, fidarmi e trovare la persona per me in questo periodo?”.

La solitudine profonda dell’essere umano contemporaneo insieme alle sue già evidenti difficoltà di stabilire relazioni durature e significative all’epoca “dell’amore liquido” come le definisce il famoso sociologo Bauman, si sommano all’isolamento continuamente legiferato dai popolari DPCM.

Nella ricerca dell’amore nel tempo della paura “principe” del Covid si somma a quanto detto  ed emerge la profonda paura dell’altro, altro ineluttabilmente diverso ci spaventa in quanto sconosciuto ed inconoscibile per definizione.

L’esperienza passata dell’amore non soddisfacente diventa tutto ciò che abbiamo e con la quale rappresentiamo lo sconosciuto del futuro.

L’assenza del “ con –tatto” sia fisico ma anche emotivo e soprattutto psichico (non c’è qualcuno per me) diventa una compagnia maligna che si insinua ed abbassa l’autostima minando l’identità e la sua efficienza.

Il ruolo, la prestazione quindi lo standard pubblicizzato insieme al senso di disidentità generato dal perpetuarsi della solitudine costituiscono la barriera principale.

Per affidarci all’amore reale esterno si rende urgente e necessaria la relazione sicura per riparare le ferite del passato . Lo spazio psicoterapeutico garantito dalla professionalità e competenza è capace di rielaborare  e risarcire la diffusione dell’identità ed accompagnare la persona verso la soddisfazione dei propri bisogni. Per sostenere la vergogna del corpo ed il male di vivere ridare speranza ed accedere all’amore.