LA FALLACIA DEI COSTI PERDUTI:

PERCHÉ  CONTINUIAMO A SPENDERE ENERGIE IN SITUAZIONI CHE NON CI PIACCIONO?

 

La fallacia dei costi perduti (sunk cost fallacy) è un errore di valutazione che porta la persona a continuare ad investire energie, tempo e risorse in qualcosa in cui ha già investito molto, anche se i costi sono superiori ai benefici.

Il concetto di costo perduto o irrecuperabile in economia indica una spesa che è già stata sostenuta e che non può più essere rimborsata, a prescindere da cosa farà la persona in seguito. La fallacia o errore sta nel comportarsi come se quel costo fosse in realtà recuperabile investendo ancora qualcosa in quell’acquisto. Poniamo per esempio che una persona abbia acquistato un biglietto non rimborsabile per uno spettacolo che non vuole più vedere. Questa persona ha di fronte a se una scelta: non andare a guardare lo spettacolo, perdendo solamente i soldi del biglietto, oppure andarci comunque e ritrovarsi ad aver speso i soldi del biglietto e il tempo impiegato ad annoiarsi guardando lo spettacolo. Nel secondo caso, se non consideriamo altri fattori, ha scelto sulla base dell’errore dei costi perduti, credendo che vedere lo spettacolo potesse in qualche modo ridargli i soldi del biglietto.

Questo errore di valutazione lo possiamo commettere in molte aree della vita di tutti i giorni, non solo nelle piccole cose, ma soprattutto nelle decisioni importanti, in cui oltre alle risorse materiali abbiamo speso anche molte delle nostre risorse emotive.

Per esempio quando siamo in una relazione infelice possiamo trovarci davanti alla scelta se lasciare quella persona o rimanerci assieme. Uno dei fattori di indecisione potrebbe giocarsi da un lato sull’idea di non voler perdere il tempo e le energie spese in passato per costruire quel rapporto e dall’altro sulla consapevolezza che continuare a stare assieme non ci darà quello che noi vorremmo da una relazione. Se il dilemma di fronte a cui ci troviamo è questo allora la parte di noi che ci suggerisce di rimanere sta cadendo nel bias dei costi perduti, che ci porta a pensare che investendo altro tempo e altre risorse allora quelle che abbiamo investito in passato non andranno sprecate. Così facendo però ci ritroviamo a investire altre energie per rimanere in una relazione in cui non stiamo bene.

Altre situazioni di scelta di questo tipo potrebbero riguardare un ambiente di lavoro in cui non ci troviamo bene o la scelta del percorso di studi. Anche in questo caso nel momento in cui ci rendiamo conto, per esempio, che non vogliamo fare il lavoro per cui abbiamo studiato all’università dobbiamo scegliere se farlo comunque, per non vanificare tanti anni di studio o se provare a fare un lavoro diverso, più in linea con le nostre inclinazioni. Anche qui, se non consideriamo altri fattori, come ad esempio il ritorno economico, nel primo caso si attiva l’idea di dover continuare per recuperare un investimento fatto in partenza che in realtà è un costo perduto. Inoltre maggiori sono l’impegno e il tempo dedicati ad un percorso e più sarà difficile pensare di interromperlo.

Questo meccanismo, benché dal punto di vista puramente cognitivo sia un errore logico, ha una sua funzione a livello emotivo. Serve a proteggerci dal peso dell’ondata di emozioni negative che inevitabilmente si accompagnano all’idea di aver dato così tanto in qualcosa che poi non ha portato quanto sperato. Prendere una decisione puramente logica senza aver prima fatto i conti gradualmente con questa consapevolezza emotiva, infatti, potrebbe rivelarsi tanto negativo per la propria autostima, quanto il rimanere nella situazione spiacevole.

 

Bibliografia

Rego, S., Arantes, J. & Magalhães, P. Is there a Sunk Cost Effect in Committed Relationships?.Curr Psychol37, 508–519 (2018). https://doi.org/10.1007/s12144-016-9529-9

Kahneman, D., Lovallo, D., & Sibony, O. (2011). Before you make that big decision.

 

Psicologa Dott.ssa Grazia Scaini