In questa terza fase, definita di lavoro, l’attenzione si sposta dal sé (dell’offeso) all’autore del reato; è la fase di rilettura empatica, misericordiosa e compassionevole del danno e dell’offensore. In questa fase sono importanti l’accettazione e l’assorbimento del dolore perché è in questo momento che s’impara a perdonare e a non trasmettere il proprio dolore emotivo agli altri (compreso l’autore del reato).  Infine, vi è la fase di approfondimento in cui si trova un significato per sé e per gli altri della sofferenza e del bisogno di perdonare situazioni passate. Questa rilettura degli eventi passati facilita l’accettazione del dolore senza dimenticarlo e offre un nuovo significato più positivo. Si acquisisce la consapevolezza di avere un nuovo scopo a causa della ferita subita e una maggiore consapevolezza della diminuzione delle emozioni negative e dell’aumento di sentimenti e comportamenti positivi verso l’offensore. Acquisita tale consapevolezza la persona offesa, si trova nuovamente davanti a un bivio: da una parte mettere in atto comportamenti che porteranno alla riconciliazione e dall’altra parte  diminuire le emozioni negative con un aumento di quelle positive ma senza un avvicinamento e una riconciliazione.

Nel caso di difficoltà a lenire le emozioni negative dovute a un’offesa e alla perdita del benessere psicofisico, è importante richiedere aiuto esterno e iniziare un percorso terapeutico. Luskin, Fox e Flanagan, propongono quattro fasi terapeutiche che possono essere efficaci nell’assistere le persone che lavorano sul perdono insieme ad un terapeuta. Come vedremo le quattro fasi terapeutiche stilate dagli autori riprendono i concetti delle fasi del modello del processo del perdono proposto da Enright. Le fasi terapeutiche includono:

  1. Riconoscimento: in questa fase il terapeuta cerca di spostare l’attenzione del paziente dall’altro verso il proprio sé in modo che possa sviluppare una prospettiva alternativa della situazione.
  2. Responsabilità: in questa fase è importante aiutare il paziente a sviluppare la consapevolezza di essere imperfetto e creare un’empatia verso se stesso. La consapevolezza dell’imperfezione umana rimanda all’individuo che alcune situazioni della vita sono tali e che il risultato è al di fuori del loro controllo.
  3. Espressione: in questa fase il paziente esprime i sentimenti che sono stati parte del contenuto della ruminazione e dunque dell’offesa. In questa fase possono essere usati i diari di monitoraggio del pensiero e delle emozioni che aiutano il cliente ad ancorare sentimenti, pensieri e riflessioni e favoriscono il dialogo interno.
  4. Ricreare: in questa fase il terapeuta aiuta il soggetto a rivalutare il passato e ricreare la propria vita con un’immagine di sé rinnovata.

© Copyright| Psicologa| Dott.ssa Maddalena Manca