Per comprendere il narcisismo patologico, è non solo utile, ma indispensabile definire per prima cosa il concetto di Sé, utilizzando un’efficace interpretazione fornita dallo psicoanalista Donald Winnicott. Egli definisce il concetto di Sé come un costrutto che si sviluppa quando la madre riesce a rispondere in maniera adeguata alle richieste del proprio figlio, riconoscendone i bisogni, i desideri, le necessità ed assecondando il tutto nel momento giusto. Uno sviluppo disadattivo del concetto di Sé avviene, al contrario, quando la madre non riesce a rispondere in modo adeguato alle richieste del proprio bambino: è come se lei non riconoscesse il proprio figlio come un essere con dei desideri propri e specifici. In questo caso, la madre preferisce assecondare i propri bisogni interpretandoli come estensione del Sé del bambino: è a partire da questo scenario che si sviluppa un’identità patologica, un falso Sé. Nell’età adulta, la conseguenza di ciò può essere quella di creare un individuo intrappolato in maniera costante dal giudizio sociale, incapace di accedere in modo valido alla propria autenticità.

Il concetto appena espresso, relativo alla creazione e allo sviluppo di un falso Sé, è fondamentale perché ci aiuta a comprendere il nucleo dal quale può svilupparsi una personalità narcisistica. Secondo gli psicologi, il narcisismo patologico non è ereditario, ma è una strutturazione della personalità che si origina nell’infanzia, da quella che viene chiamata “ferita narcisistica”, associata a sentimenti di vergogna e risentimento. Di solito, il bambino che sarà un adulto narcisista ha avuto una famiglia con ambizioni molto alte, che lo ha indotto a credersi speciale ma ne ha, allo stesso tempo, ridicolizzato o severamente biasimato le paure e i fallimenti. Tutto ciò ha come conseguenza lo sviluppo di una bassa autostima. In questo tipo di famiglia, i sentimenti autentici (specialmente quelli negativi o sconvenienti) sono stati ignorati, censurati o repressi, lasciando che nel bambino insorgesse un senso di vergogna. Viceversa, nel caso di successo da parte del bambino, questo è stato lodato fino all’eccesso, ed è cresciuto desideroso di riconoscimento e di lodi.

Un’altra causa possibile di narcisismo si ha quando una famiglia, anziché spingere all’eccellenza, scoraggia le legittime ambizioni dei figli, eventualmente accusandoli di ingratitudine e di egoismo. Questo può generare risentimento, che nasce dall’impressione di aver subito delle ingiustizie e di non aver potuto impedirlo. In questo caso, può nutrire del risentimento come meccanismo di difesa, e quindi arrivare all’età adulta con elevate aspettative su ciò che la vita dovrebbe concedergli come risarcimento.

Il narcisismo è un termine che comprende una vasta gamma di significati, sia che venga utilizzato per descrivere un tratto della personalità, sia che indichi un disturbo mentale, un problema sociale o culturale. Nel linguaggio comune il narcisismo è per lo più sinonimo di egocentrismo, egoismo e vanità. Gli psicologi utilizzano questo termine sia per descrivere un sano amor proprio, sia un insano egocentrismo causato da un disturbo del senso di sé, che si riflette nelle relazioni con sé stessi e con gli altri. In psicologia si parla di narcisismo come un continuum che va da “sano” a “patologico”: quando un aspetto della personalità diventa eccessivo, può sfociare nella patologia. Andrew P. Morrison ricorda che una certa quantità di narcisismo permette di equilibrare le proprie esigenze in relazione con gli altri, mentre secondo Craig Malkin un livello troppo basso di narcisismo sano non è positivo per la persona. Nel narcisismo estremo, o patologico, questo equilibrio si è rotto.

Il narcisismo sano corrisponde ad un senso positivo di sé, nel quale le caratteristiche preminenti sono una forte autostima, empatia per gli altri e riconoscimento dei loro bisogni, possesso di un concetto autentico di sé, resilienza emotiva, orgoglio verso i propri risultati, fiducia nel perseguire i propri obiettivi, ammirazione verso gli altri e verso sé stessi.

Nel narcisismo patologico invece le caratteristiche principali sono: una evidente concentrazione su sé stessi, difficoltà nel distinguere sé stessi dagli altri (gli altri sono visti come loro estensione), sfruttamento delle altre persone per i loro obiettivi, vulnerabilità alla vergogna e al senso di colpa, negazione del rimorso e della gratitudine, irritazione verso chi non li ammira e adulazione per chi li ammira, ostentazione dei propri successi, finzione di successi inesistenti, altezzosità espressa con il linguaggio del corpo.

Una importante distinzione da fare è quella fra narcisismo apparente o overt, caratterizzato da un alto livello di autostima e una bassa tolleranza alle critiche, senza ansia e con distacco emozionale, e narcisismo nascosto o covert, che si distingue, al contrario, per un’alta sensibilità alle critiche e una bassa autostima, con ansia ed evitamento delle relazioni. Il narcisista nascosto prova risentimento verso una specifica persona o verso una determinata situazione o condizione, che individua come la causa della propria frustrazione. Frasi tipiche possono essere “se solo avessi avuto altri genitori, un’altra educazione, altri amici, avrei avuto un successo straordinario”. Nel caso del narcisista apparente, le relazioni interpersonali possono essere di breve durata e scarsa entità, perché la persona narcisista non riesce a percepire le emozioni di chi ha di fronte.

Molti studi attuali suddividono i narcisisti in “benigni” e “maligni“, anche se non c’è concordanza tra gli psicologi su questo, e in più tale suddivisione non è registrata nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), ma è considerata utile per distinguere i casi in cui la persona con tratti narcisistici è disposta a danneggiare il prossimo: si parla in quel caso di narcisismo maligno.

Analizzando più in dettaglio la personalità narcisista, occorre sottolineare un segno caratteristico che è quello di voler apparire perfetti, sempre, in ogni aspetto e in ogni circostanza. Quando la persona narcisista fa qualcosa che non è ai suoi occhi abbastanza perfetto, oppure quando qualcosa mette in discussione il suo amor proprio, manifesta eccessi di collera o pianto. Secondo lo psicoanalista Heinz Kohut questi eccessi di rabbia sono sproporzionati rispetto al reale motivo per cui accadono e sono motivati dall’orgoglio ferito, per questo l’autore ha coniato il termine “rabbia narcisistica”.

Un sentimento che spesso molte persone narcisiste sperimentano è quello del vittimismo: il sentirsi vittime sfortunate e perseguitate dagli altri e dagli eventi della vita è una caratteristica molto frequente. Inoltre, la persona narcisista si sente autorizzata a pretendere trattamenti di favore e a manipolare gli altri per ottenere ciò che desidera, proprio in virtù di questo vittimismo.

La personalità narcisista si caratterizza non solo per un sentimento di grandiosità, ma anche per sentimenti di colpa e di vergogna. Il sentimento di colpa conduce il narcisista a sentirsi in difetto quando si gode la vita senza preoccupazioni, e questo lo costringe a condurre la sua esistenza con l’unico comandamento di eccellere sempre in tutto e per tutto. Il sentimento di vergogna conduce la persona narcisista a vedere sé stesso e gli altri senza sfumature, come una persona “di valore” o “senza valore”; al minimo errore, il narcisista vede rimessa in discussione tutta la sua persona e può cadere in una spirale di odio di sé. Il sentimento di vergogna impedisce alla persona narcisista di assumersi la responsabilità delle proprie azioni e può addirittura arrivare a negare l’evidenza degli eventi. Può accadere che egli neghi di aver detto o fatto una determinata azione, e può addirittura insinuare che gli altri abbiano vuoti di memoria o che inventino realtà diverse, o addirittura che siano troppo stupidi per capire o ricordare. Spesso la persona narcisista utilizza frasi per svalutare il proprio interlocutore, “non è come dici tu,”, “non hai capito ciò che volevo dire”, e così via. Questo meccanismo di difesa viene chiamato gaslighting ed è considerato una forma di manipolazione psicologica. Un’altra caratteristica importante dei narcisisti è quella di proiettare sugli altri debolezze o difetti che temono di avere. Quando il narcisista sperimenta un sentimento negativo, come vergogna o invidia, lo trasferisce sugli altri: spesso utilizza frasi per criticare, svilire, deprezzare qualcun altro che considera “inferiore rispetto a lui”, oppure attribuisce il suo stesso stato d’animo a un’altra persona: “Non sono io che lo invidio, è lui che invidia me“, ecc. Questo meccanismo permette al narcisista di giudicare negativamente gli altri senza intaccare l’immagine perfetta che ha di sé.