…al Grande Medico
Il deserto è sempre stato il luogo ideale per una vita spirituale più profonda perché richiamava per gli ebrei il periodo in cui Dio si era fidanzato nel deserto sinaitico con il suo popolo dopo averlo liberato dalla schiavitù egizia. Il deserto divenne così il simbolo di un periodo privilegiato della storia ebraica ( e di conseguenza anche per noi cristiani che da quelle radici discendiamo): essi avevano ricevuto la Legge, l’alleanza con Dio e avevano sperimentato la Sua provvidenza miracolosa con la manna ,l’acqua dalla roccia, il serpente di bronzo contro il morso velenoso delle serpi . Anche Giovanni Battista, ultimo degli antichi profeti, visse nel deserto durante la sua predicazione “Voce di uno che grida: nel deserto preparate la via del Signore,raddrizzate i suoi sentieri!”: egli obbligava i penitenti a recarsi “nel deserto” per esservi battezzati e per decidere l’inizio di una vita di ravvedimento nell’attesa del messia. Lo stesso Gesù, dopo il battesimo e prima di iniziare la sua missione “fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo”. – Mt 4:1., per essere fortificato affrontando e vincendo le tentazioni del demonio e insegnandoci come affrontare le insidie del nemico.
Il deserto è dunque il luogo della rivelazione di Dio. “Ecco, io l’attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Os 2:14). È nel deserto che Dio parla al nostro cuore: non è un luogo piacevole,comodo e in cui la gioia rende tutto facile e non è neppure un luogo che si possa raggiungere facilmente in quanto non fa parte dei nostri soliti itinerari. Il deserto è un tempo che ci viene Donato. Qui infatti, conoscendo i propri limiti, debolezze, scarsa resistenza e la dura lotta per la vita, la fede si fa difficile e richiede una scelta personalissima e definitiva. Eppure è il luogo in cui Dio si rivela e l’esperienza del popolo ebraico ce lo insegna. Il momento decisivo in cui esso si distingue dagli altri popoli, assumendo la propria caratteristica, infatti è durante il tempo dell’Esodo perchè nel deserto si forgia il suo carattere spirituale e il culto di Dio diventa serio e vero. È qui che si avverte la presenza attenta di Dio e la sua sollecitudine in modo tangibile e concreto. Oggi come allora incontriamo Dio del deserto della solitudine, della difficoltà, nel renderci conto della nostra povera condizione, quando nella fatica di un cammino che è vagare sentiamo impellente il bisogno di Dio. Finché rimaniamo nelle comodità, protetti dalle nostre fragili sicurezze,appagati solo dai miseri piaceri umani, finché facciamo affidamento solo su noi stessi, Dio è lontano, lo trascuriamo, non lo capiamo neppure. Non c’è posto per Dio in una mente occupata unicamente da pensieri che tendono alla realizzazione del proprio tornaconto.
È solo il deserto in senso spirituale che ci insegna a cercare Dio, a gridare a Lui e a chiedere soccorso. In questo luogo di solitudine Dio ci chiama per mostrarci tutto il suo amore gratuito, infinito e tenero per noi e questo amore ci fa sciogliere, ci fa innamorare di Lui. È la conversione. “Darò loro un cuore nuovo per conoscere me che sono il Signore; saranno mio popolo e io sarò loro Dio, perché si convertiranno a me con tutto il loro cuore”. – Ger 24:7. Qui iniziamo a scoprire il nostro vero valore e a renderci conto che aspiriamo a quella completezza che sempre ci è sfuggita. E’ la stessa esperienza che visse anche il popolo di Israele durante gli anni in Egitto: la durezza della schiavitù gli fece perdere la coscienza della propria vocazione di popolo eletto e beneficiario delle promesse fatte ai Patriarchi, per questo il cammino nel deserto, che seguì alla liberazione dall’Egitto, fu per il popolo un’esperienza essenziale, esistenziale e fondante, perché fu luogo di grazia e di incontro con Dio. Durante quei quarant’anni Israele imparò a conoscere un Dio che si prendeva cura di lui, provvedendo ad ogni sua necessità: cibo, acqua e anche una legge che gli insegnava a camminare per vie sicure come popolo libero. Fu anche un tempo di purificazione e di prova e contestualmente venne educato da Dio a fidarsi ed affidarsi a Lui, imparò ad ascoltare in profondità e a capire ciò che era veramente essenziale.
Fino a che manca questo incontro unico « faccia a faccia » col mistero di Dio, non si entra nella fede. Si rimane nella sfera religiosa, dentro la quale giocano le immaginazioni e le suggestioni superstiziose e Dio finisce per non toccrea né occupare l’esistenza concreta. Questo vivere faccia a faccia dinanzi al volto di Dio diviene insieme preghiera, contemplazione, conversione: la solitudine interiore matura e costituisce l’unica difesa dall’isolamento e dalla superficialità quotidiana. Sorgono allora e possono durare le vere amicizie, senza complicità e senza ipocrisie, perché, nella luce di Dio.
Un’autentica spiritualità evangelica è un continuo, delicato, equilibrio tra contemplazione e impegno, deserto e storia, l’assoluto di Dio e il quotidiano umano. Per qualsiasi avventura di esodo bisogna entrare, accettare, sperimentare il deserto dove però c’è il « roveto ardente »di Mosè, dove l’uomo incontra Dio per accettare la vocazione di liberatore dei fratelli oppressi. Se infatti il deserto non diviene lo spazio spirituale per forgiare il proprio impegno cristiano rivoluzionario nella storia, è alienazione da Dio e dall’uomo.
Così anche per noi la Quaresima, questo tempo di passaggio che la Chiesa ci dona, può essere un’occasione di rigenerazione e di rinascita, l’inizio di un itinerario spirituale verso la conoscenza di noi stessi, verso la riscoperta della nostra vocazione di figli scelti, amati, e chiamati, così come siamo, ad un’eredità di vita piena all’insegna della gioia e della libertà. Può essere il tempo di un cammino di purificazione verso la ricerca dell’essenziale. Il tempo della memoria delle meraviglie che il Signore ha compiuto nella nostra vita così da poter desiderare di ritornare a Lui con tutto il cuore la mente e le forze!
Val la pena provarci,oggi che ne abbiamo ancora il tempo….
“La condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”. – Os 2:14
Buona settimana e una splendida domenica a tutti!