Perché i disturbi gastrointestinali rientrano nell’area di interesse non solo della medicina ma anche della psicologia?

Perché non si può prescindere dallo strettissimo legame che vincola il corpo alla mente e viceversa. È necessario considerare l’individuo nella sua interezza, unicità e unità, un sistema integrato in cui le diverse funzioni concorrono a questa unità. Per questo la persona deve essere considerato secondo le seguenti dimensioni fondamentali: fisica, emotiva, mentale e sociale, in interazione tra loro e su cui si deve agire per raggiungere uno stato dei ben-essere. Nella mia esperienza clinica i disturbi somatici che più frequentemente lamentano i pazienti riguardano proprio quelli dell’ apparato gastrointestinale nelle forme di gastriti, frequenti nausee, disfunzioni del colon, ulcere, etc. Si rivolgono a me su consiglio del medico di famiglia o del gastroenterologo, oppure, chiedono un consulto per motivi considerati più prettamente “psicologici” e poi dall’indagine emerge anche questo tipo di problematica.

Qual è la motivazione per cui andiamo incontro a questo tipo di sintomi?

 

Quale lavoro viene effettuato in questi casi?