Il contagio emotivo avviene ogni qualvolta entriamo in contatto con le emozioni degli altri, siano esse positive o negative. Si potrebbe pensare che il contagio emotivo e l’empatia siano la stessa cosa, ma in realtà non è cosi. Il contagio emotivo si ha con un passaggio immediato, non consapevole ed automatico, di emozioni da un soggetto ad un altro, il quale le assorbe facendole proprie o fondendole con le proprie emozioni causando nella propria vita conseguenze quali stress, tensione e sopraffazione. Con il termine contagio emotivo intendiamo dunque tutte quelle forme di condivisione emotiva, caratterizzate da assenza di mediazione cognitiva in cui l’emozione è condivisa in modo diretto. Questo meccanismo può avvenire a tutte le età, ma molto più sensibile nei primi stadi di sviluppo.
Il contagio emotivo è il precursore dell’empatia, ossia la capacità di una persona di mettersi consapevolmente nei panni dell’altro, di comprendere gli stati d’animo, i sentimenti e i punti di vista di un’altra persona senza far proprie tali emozioni e distinguendo se dall’altro.
Alla base del contagio emotivo vi è l’imitazione motoria (Hoffman nel 1987): il soggetto imita la mimica facciale, vocale, posturale dell’altro in accordo con l’emozione espressa. Questo processo automatico elicita nel soggetto il contagio emotivo che provoca nella medesima un’attivazione emotiva interna della persona che stiamo osservando. Dunque il contagio emotivo avverrebbe non per accesso diretto all’emozione altrui, ma bensì per imitazione dei movimenti espressivi e posturali che porterà all’attivazione fisiologica.
Relativamente alla ricezione del contagio le ricerche hanno individuato i tratti di coloro che sono più inclini al contagio emotivo. Le persone più suscettibili al contagio emotivo tendono a concentrarsi più sugli altri che su se stesse, tendono a imitare di più, sono più reattive emotivamente e sono capaci di decodificare le comunicazioni emotive degli altri. Questo tipo di persone, altamente sensibili ed empatiche, spesso hanno la sensazione di assorbire le emozioni degli altri e proprio per questo motivo sono chiamate spugne emotive. Le spugne emotive sono dunque persone con una spiccata sensibilità, con un eccesso di responsabilità nei confronti degli altri che assorbono completamente le emozioni altrui. Le spugne emotive sono capaci di percepire e intuire gli stati d’amino dell’altro o di un gruppo, la sofferenza degli altri, come se fossero la propria, cercano soluzioni ai problemi degli altri che vengono sempre messi in prima linea, dimenticando se stessi e i propri problemi. Essere una spugna emotiva ha delle conseguenze sulla propria vita in quanto l’altro diventa il regolatore emotivo della propria vita e, con il tempo, focalizzandoci sempre sui problemi altrui e su quello che gli altri si aspettino da noi, si rischia di perdere il contatto con la propria identità.
Risulta essere fondamentale dunque rompere questo meccanismo e impostare dei nuovi confini emotivi. Mettere dei confini emotivi significa riconoscersi ed essere consapevoli di se stessi e delle proprie caratteristiche, riconoscere il proprio valore, i propri desideri, bisogni, pensieri, emozioni e i propri limiti. Avere dei confini significa concedersi il giusto spazio e non permettere che altri possano violare e oltrepassare i nostri confini, che ci permettono di non lasciarci influenzare e di difenderci delle emozioni degli altri, permetterci di amarci e metterci davanti agli altri. Per costruire dei confini emotivi, nel caso in cui si è particolarmente sensibili ed empatici, è importante essere consapevoli di noi stessi. Essere persone sensibili non significa dover risolvere i problemi degli altri o gestire le emozioni altrui dimenticandosi di se stessi. Essere consapevoli delle nostre caratteristiche ci permette di non ricadere in comportamenti e persone ‘tossiche’, nei sensi di colpa che si possono sviluppare nel servire o non servire gli altri o nel mettersi davanti agli altri. È dunque fondamentale prendere consapevolezza del fatto che è giusto avere la propria libertà, o riappropriarsene in seguito ad un assorbimento emotivo e dare priorità ai nostri problemi ed alle nostre emozioni.
Un altro fattore che ci aiuta a fissare i nostri confini è la capacità di dire no alle richieste altrui. Dire di no può essere considerata una possibilità di prenderci cura di noi, aumentare il nostro amor proprio, darci valore e mettere i giusti limiti. L’acquisizione della consapevolezza delle nostre caratteristiche ci permette di prestare attenzione ed essere coscienti di ciò che è nostro (pensieri, emozioni bisogni ecc) rispetto a ciò che appartiene agli altri; ponendo la giusta distanza tra noi e l’altro e in questo modo limitiamo la possibilità di assorbire le emozioni, i pensieri e i problemi altrui e permettiamo all’altro di diventare il nostro regolatore emotivo.
© Copyright| Psicologa| Dott.ssa Maddalena Manca